Da questa settimana si apre la rubrica “Interviste in BackDoor”, con l’obiettivo di far conoscere un po' di più gli atleti che calcano quotidianamente i nostri parquet. Apriamo le danze con Gabriele Brunetta, playmaker classe 1993, cresciuto nelle nostre giovanili e ormai punto di riferimento della prima squadra, momentaneamente fermo ai box per un infortunio al naso.
Ciao Gabriele e benvenuto nella nostra rubrica “Interviste in BackDoor”. Raccontaci un po' di come ti sei avvicinato alla pallacanestro…
Il mio primo amore non è stato per la palla a spicchi, bensì correre dietro ad un pallone, tirando calci, in particolare agli avversari, visto il mio ruolo di terzino. La passione per la pallacanestro è nata soprattutto grazie a mio papà, che mi ha condotto sulla buona strada mostrandomi qualche partita in tv e successivamente portandomi nel luogo che accompagna la vita di ogni giocatore, il campetto.
Gabriele oltre alla pallacanestro…
Oltre la pallacanestro, sono uno studente al terzo anno di economia e commercio a Udine, con l'idea di proseguire gli studi con la specialistica.
Terzo anno consecutivo in prima squadra, ormai ti consideriamo uno dei “veterani” della nostra Serie D, facci il punto sulla situazione della stagione.
Quest'anno sportivo sta procedendo bene per la nostra squadra, abbiamo composto un nucleo molto solido, dato anche dal fatto che ci sono giocatori che sono insieme da molti anni, capace di stare bene insieme sia dentro che soprattutto fuori dal campo. Dal canto mio, sono ancora ai box causa rottura delle ossa nasali occorsa durante la partita di ritorno a Feletto, ma punto di rientrare già questa settimana, e non vedo l'ora di rientrare in campo.
Per chi ancora non ti avesse visto alle prese con la palla spicchi, descriviti come giocatore, quali i tuoi punti di forza e quali invece gli aspetti su cui migliorare?
Come giocatore, sono un playmaker, che punta molto sulla difesa, ma ritengo di essere abbastanza capace di gestire la squadra quando mi viene chiesto. Tra i miei punti di forza, ribadisco la difesa, e oserei una discreta visione di gioco che risulta sempre utile nel mio ruolo. Tra i miei difetti, ho ancora da migliorare qualche scelta offensiva e devo essere in grado di fare sempre meno errori possibili, come mi viene sempre giustamente fatto notare.
A proposito di gioco, cosa ne pensi del fondamentale che da il nome alla nostra rubrica?
Ritengo sia un fondamentale che sta via via perdendo smalto, nonostante sia sempre utilissimo. Oggigiorno tutti preferiscono prendere palla e attaccare, mentre anche il gioco senza palla è molto efficace, se usato in maniera adeguata.
“Bruno” abbiamo quasi finito, ma prima di lasciarti, ti chiediamo due quintetti, uno con i migliori compagni con cui hai giocato, l’altro è quello dei sogni…
Allora..un quintetto di giocatori con cui ho giocato al meglio..Matteo Basaldella, con cui ho passato anni di basket e con cui ormai ho una sintonia cestistica ad alto livello; il mio capitano attuale, Matteo Celotto, che mi ha insegnato tanto e continua ad insegnarmi come gestire la squadra, nonostante ci voglia tanta pazienza per inculcarmi qualcosa; Francesco Del Rizzo, un altro ragazzo con cui ho passato anni insieme, sia fuori che dentro il campo, e anche con lui ci siamo trovati a meraviglia sul parquet; Massimiliano Cipolla, un giocatore che è in grado di fare qualsiasi cosa sul campo, e si è proposto anche lui ad insegnarmi qualcosa su questo sport, vista la sua notevole esperienza; infine, Luca Marella, che si dimostra essere uno dei più attivi sia all'interno che all'esterno del campo, ed è in grado di giocate che lasciano a bocca aperta, in segno di ammirazione ovviamente. Per il quintetto dei sogni, bhe, cinque nomi con cui vorrei giocare sono: Earvin Magic Johnson, Kobe Bryant, Jerry West, Dennis Rodman e Bill Russell.
Ti lasciamo carta bianca, per un saluto o un pensiero per i lettori del nostro sito.
Saluto tutti i lettori che perderanno del tempo a leggermi (si fa per scherzare) e direi che possiamo invitare più gente possibile per le prossime partite casalinghe, visto che abbiamo la possibilitá di fare qualcosa di molto speciale, e avere supporto e ricambiare questo supporto è una delle cose migliori che ci siano.